Sono la Stella Carente,
sola, e per nessuno importante.
Di sera son tutte sfavillanti,
mentre io, tapina, sto in disparte,
flebile e intermittente.
Saranno tutte presto spose,
lo sento,
in viaggi di nozze per galassie vorticose
sulle note di un valzer romantico e lento,
mentre io regalo poca luce, e a stento.
"Stella Carente,
prendi un mio raggio!
che fai? sei scomparsa? su, coraggio!
prendilo e indossalo stasera,
ti porto oltre i confini di questa sfera."
"Ma sei sicuro, Sole?
questa tua proposta, non so… è veritiera?
c’è Dolcissima Rifulgente
che ti aspetta da più di un' era,
ed è bella, tutta lucente, e sembra sincera."
"Voglio proprio te,
stella carente.
E’ l’essenza di una sposa
che deve essere luminosa."
giovedì 26 giugno 2008
martedì 24 giugno 2008
Ernesto
Mi chiamo Ernesto,
di mestiere faccio il cantante rock stanco.
Tra un rutto e un peto rilascio interviste.
Porto la camicia fuori dai pantaloni, ma per metà.
Metà davanti, dietro, o di lato, a scelta.
Fumo sigarette e sovente dimentico l’accendino.
Tendo a tenere cocktail tra le mani ed appoggiarmi di fianco, un po’ ovunque.
Porto le Ray Ban, ma non quelle a goccia, le altre. Ce le ho con la montatura nera, gialla e rossa.
Mi si avvicinano donne alle quali dico "... hey", metto le mani in vita e offro da bere.
Non chiedo mai i nomi. Mi invitano a casa loro, ma non sempre mi va di fare sesso.
Dico di no sorridendo, enigmatico.
Porto le Converse di tela, quelle verdi.
L'amico tra le gambe fa quel minimo sindacale, mai di più, a limite di meno.
Inizio a guardare gli uomini.
Ho comprato un cane alla moda, un bull-terrier, ma mi ha abbandonato.
Ho delle fugaci ispirazioni che faccio continuare ai miei collaboratori.
Per i concerti assumo cocaina.
Lì divento vitale.
di mestiere faccio il cantante rock stanco.
Tra un rutto e un peto rilascio interviste.
Porto la camicia fuori dai pantaloni, ma per metà.
Metà davanti, dietro, o di lato, a scelta.
Fumo sigarette e sovente dimentico l’accendino.
Tendo a tenere cocktail tra le mani ed appoggiarmi di fianco, un po’ ovunque.
Porto le Ray Ban, ma non quelle a goccia, le altre. Ce le ho con la montatura nera, gialla e rossa.
Mi si avvicinano donne alle quali dico "... hey", metto le mani in vita e offro da bere.
Non chiedo mai i nomi. Mi invitano a casa loro, ma non sempre mi va di fare sesso.
Dico di no sorridendo, enigmatico.
Porto le Converse di tela, quelle verdi.
L'amico tra le gambe fa quel minimo sindacale, mai di più, a limite di meno.
Inizio a guardare gli uomini.
Ho comprato un cane alla moda, un bull-terrier, ma mi ha abbandonato.
Ho delle fugaci ispirazioni che faccio continuare ai miei collaboratori.
Per i concerti assumo cocaina.
Lì divento vitale.
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